
“L’arte di perdersi per ritrovarsi” è una frase che riflette il concetto di esplorare e attraversare un periodo di smarrimento o confusione personale come parte di un viaggio verso la scoperta e il ritrovamento di sé stessi.
A volte è necessario perdere la propria strada, abbandonare le sicurezze e comodità della vita quotidiana e uscire dalla propria confort zone, per poter intraprendere un viaggio interiore di auto-esplorazione e crescita personale.
Attraversare quindi momenti di smarrimento o di confusione emotiva per poi trovare una nuova direzione o una migliore comprensione di sé stessi.
In fondo, è proprio attraverso le difficoltà e le sfide che riusciamo a crescere e a scoprire nuove parti di noi stessi.

Chi nella vita non si è mai sentito perso?
Che sia a livello lavorativo, in amore o in qualsiasi altro ambito, ognuno di noi si troverà prima o poi senza una chiara direzione nella propria vita, che si può manifestare in molti modi.
Potremmo sentirci indecisi su cosa fare nella vita, sia a livello personale che professionale e ad avere quindi difficoltà a prendere decisioni importanti o a stabilire obiettivi chiari. Quindi avere una certa confusione sulle proprie decisioni!
Oppure potremmo sentirci persi emotivamente, nel senso di provare una sensazione generale di vuoto o di mancanza di significato nella propria vita. Potrebbero chiederci: “qual è il nostro scopo o senso di esistere?”
In amore, ci si può sentire sopraffatti dalle emozioni o confusi riguardo ai propri sentimenti. Possono sorgere domande sul perché ci si senta in un certo modo o su come affrontare le proprie emozioni.
Potremmo sentirci smarriti riguardo a chi siamo veramente, quali sono i nostri valori e cosa desideriamo dalla vita. E’ in questa fase di transizione o di ricerca di sé, che ci sentiamo disorientati.
Sentirsi perso, disorientato, può essere un’esperienza difficile e stressante, ma è importante riconoscere che questo processo, di sofferenza, è essenziale per ritrovare un nuovo sè.

Perdersi è un importante esperienza umana di crescita, trasformazione e ricerca di significato.
Attraverso questo cambiamento, dove ci viene richiesto di rielaborare le proprie credenze, valori, e aspettative sulla vita e su se stessi, possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza di noi, una migliore comprensione delle proprie esigenze e desideri, e una nuova visione della propria identità.
Il tema del “perdersi per ritrovarsi” è stato esplorato in numerosi testi letterari, filosofici e spirituali.
Uno dei miei preferiti, che “fatalità” (non credo al caso) mi è capitato tra le mani proprio in un momento in cui mi sentivo disorientata è stato “On the Road” di Jack Kerouac.
Questo romanzo racconta le avventure di Sal Paradise e Dean Moriarty attraverso gli Stati Uniti. Il libro esplora il desiderio di libertà, avventura e ricerca di sé attraverso il viaggio e l’esplorazione del mondo esterno e interiore. Il libro è ampiamente considerato un racconto di ricerca personale e di liberazione attraverso l’esperienza del viaggio. Sal e Dean attraversano il paese in cerca di avventura, libertà e significato, incontrando una varietà di personaggi eccentrici lungo il percorso.
Attraverso i loro viaggi, Sal e Dean esplorano temi di identità, libertà, ricerca di sé e desiderio di un senso di appartenenza. Il romanzo esprime il desiderio di sfuggire alla conformità e alla routine della vita moderna, e invece abbracciare l’incertezza e l’avventura del viaggio.
Anche il famoso “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, esplora il tema del ritrovamento attraverso l’avventura del Piccolo Principe. Il protagonista si imbarca in un viaggio attraverso vari pianeti e incontra personaggi diversi, imparando infine l’importanza dell’amore e delle relazioni umane.

Ci sono anche molti Testi sacri e filosofici di varie tradizioni, come il Buddismo, il Taoismo e l’Advaita Vedanta che trattano il tema del perdersi per ritrovarsi. Queste tradizioni insegnano che l’illuminazione o la realizzazione spirituale possono derivare dal superare l’illusione del sé separato e ritrovare la connessione con l’essenza più profonda dell’universo.
Anch’io in alcuni momenti della mia vita mi sono sentita “smarrita”.
Inizialmente li percepivo come un peso, un dolore, un qualcosa che volevo evitare, e cercavo pure un modo per “oltrepassarlo” o sviarlo.

Ma poi ho capito che questo processo non è necessariamente negativo o distruttivo, ma piuttosto una forma di creatività e avventura che può portare a una maggiore consapevolezza di sé e alla realizzazione di nuove prospettive e possibilità nella vita.
È attraverso l’accettazione e l’esplorazione del proprio smarrimento che si possono scoprire nuove passioni, interessi, valori e obiettivi che possono guidare verso una vita più autentica e significativa.
Quello che ho imparato io da questi episodi di smarrimento, grazie anche alla meditazione, è che le sfide ci mettono alla prova.
Ci costringono a fare i conti con le nostre risorse interiori e ci spingono oltre i nostri limiti. In questi momenti, possiamo scoprire nuove qualità, abilità e risorse che non sapevamo di possedere.
Inoltre, le difficoltà possono aiutarci a comprendere meglio i nostri valori, le nostre priorità e le nostre debolezze. Ci offrono l’opportunità di riflettere su ciò che è veramente importante per noi e su come vogliamo affrontare le sfide future.
Attraversare momenti difficili ci rende più resilienti e ci permette di sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda. Spesso, le esperienze più impegnative sono quelle che ci insegnano le lezioni più preziose e ci permettono di crescere personalmente e spiritualmente.
Alla fine potremmo dire: “Che bello Perdersi per Ritrovarsi”, quindi Perdetevi… e He a tutti!!